Giulia Poppi

locandina-poppi

Collyer
di Giulia Poppi

"Io non cerco. Trovo". È una battuta attribuita a Pablo Picasso. Dura, ruvida, essenziale: le cose sono lì, sotto i nostri occhi. Le guardiamo, ma non le vediamo. Sono tante, le cose, confuse, non facili da classificare, da ordinare. Non tutte importanti, ma tutta capaci di raccontare una storia. La storia delle cose è complicata e quasi sempre dotata di una dignità sommessa, incerta, sottile.
Giulia Poppi è un curioso esempio di collezionista di oggetti, di "cose"; un collezionista che forse ritiene che "niente si riduca a niente", che nessun oggetto possa essere scartato, dimenticato, lasciato morire, senza una valutazione, senza un occhio vigile ne certifichi la scomparsa.
Seleziona, accumula, ricostruisce un deposito della memoria, delle funzioni, degli usi, in modo apparentemente casuale. Eppure, come nel caso drammatico e smisuratamente triste dei fratelli Collyer, quell'accumulo diventa una raccolta capace di restituire vita e orgoglio, senso e disposizione, a quanto noi, in preda alla disaffezione, consegniamo le "cose" all'incuria del tempo.
Loro, i fratelli Collyer, morirono schiacciati dall'accumulo, dall'accatastamento.
Giulia Poppi riabilita quel gesto dissennato, consapevole che qualche cosa può e deve essere salvata. Che una traccia della nostra esistenza, per quanto povera, per quanto dimessa e ormai inutilizzabile, non ha un destino precluso.
Perché, oltre l'accumulo, oltre l'accatastamento, una forma è ancora visibile.

Bruno Bandini
Docente di Filosofia dell'Arte
Accademia di Belle Arti di Bologna
19-04-2014

securedownload

Senza Titolo,  Cemento, 2014

Il lavoro è composto da un elemento triangolare equilatero intorno al quale la foglia d'acanto si attorciglia suggerendo un'altra forma triangolare capovolta. L'opera nasce da un elemento decorativo trovato, un segmento retto incastrato dalla foglia, che ho calcato e composto nella forma triangolare, dalla quale ho ricavato lo stampo in cemento.

poppi

Senza titolo, Legno e Vetro, 2014

La cassa di legno, con il quadrante e rotta sulla parte alta, l'ho trovata, ho inserito un vetro, attenta a non pulirlo dalla polvere di gesso che lo ricopriva nel momento del ritrovamento e il faretto laterale che la illumina, infine montato all'altezza dello spettatore su base di legno triangolare.